Appunti di dattilografia
Chiunque si trovi a dover scrivere dei testi senza essere un professionista della videoscrittura si trova prima o poi di fronte ad alcuni dubbi dattilografici.
In realtà le regole da seguire sono semplici ma importanti per rendere lo scritto armonioso.
Valgono qualsiasi sia il testo che stiamo scrivendo: dalla lettera al manuale tecnico passando per il curriculum, il testo pubblicitario e il web.
La spaziatura e la punteggiatura
Lo spazio (uno solo!) va utilizzato per separare una parola dalla successiva.
So che sembra talmente ovvio da apparire ridicolo ricordarlo, ma (siamo sinceri!) chi non ha mai utilizzato gli spazi per tabulare?
Tabulare con gli spazi è un errore che va evitato: a seconda dello strumento utilizzato sono disponibili metodi diversi di tabulazione, ma in nessun caso è corretto utilizzare gli spazi.
Insomma, la funzione dello spazio è quella di separare, mai quella di allineare.
Il punto, la virgola, il punto e virgola, i due punti, il punto interrogativo e il punto esclamativo devono essere attaccati alla parola che li precede e seguiti da un singolo spazio.
Fanno ovviamente eccezione tutti quei casi in cui i suddetti segni di interpunzione sono utilizzati per scopi differenti dal quello canonico; ne sono buoni esempi le estensioni dei documenti o le abbreviazioni:
Si dovrà scrivere file.doc e non file. doc.
Si dovrà scrivere F.lli e Sig.na e non F. lli e Sig. na
Corretto | Sbagliato |
Marco, Carlo e Franco |
Marco , Carlo e Franco Marco ,Carlo e Franco |
Come stai? Bene! | Come stai ? Bene ! |
Le virgolette e le parentesi racchiudono il testo che contengono, quindi la parentesi aperta (o la virgoletta iniziale) ha sempre uno spazio che la precede e nessuno spazio che la segue; di contro la parentesi chiusa (o la virgoletta finale) ha sempre uno spazio che la segue e nessuno che la precede.
Quando ad una parentesi chiusa o ad una virgoletta segue una punteggiatura ci si comporta come se il testo racchiuso formasse un'unica parola, quindi nessuno spazio precede e uno spazio segue il segno di interpunzione.
Corretto | Sbagliato |
Marco (nato nel 1965) |
Marco ( nato nel 1965 ) Marco( nato nel 1965) |
Fra “virgolette” | Fra “ virgolette “ |
Marco (32 anni), Franco (15 anni) e Luca (7 anni). | Marco (32 anni) , Franco (15 anni) e Luca (7 anni) . |
Il trattino di unione e l'apostrofo devono essere attaccati sia alla parola che li precede sia a quella che li segue.
Corretto | Sbagliato |
L'ultima possibilità |
L' ultima possibilità L 'ultima possibilità |
Via e-mail | Via e - mail |
Titoli
I titoli non devono mai essere conclusi con il punto fermo (.), è concesso invece l'uso del punto interrogativo qualora fosse necessario.
Maiuscole
Le maiuscole sono necessarie nei seguenti casi:
- Inizio di frase
- Nomi propri di persona, di animale (reali o immaginari)
- Nomi geografici o di corpi celesti
- Nomi di feste
- Nomi di secoli (Es.: il Novecento)
- Titoli di opere
- Scrittura dei numeri romani
Numeri
I numeri vanno scritti in lettere o riportati in cifre?
Vanno sempre scritte le cifre quando si riportano dei calcoli, delle date o delle percentuali.
E' preferibile usare invece le lettere quando si riportano numeri bassi, soprattutto in un contesto discorsivo (es.: Mancano solo tre capitoli alla fine del libro) o quando si usano i numeri in un contesto figurato (es.: Grazie mille).
Così anche per indicare l'ora: se si tratta di un contesto discorsivo sono da preferire le indicazioni orarie scritte in lettere (es.: Ci possiamo vedere a mezzogiorno o stasera alle sette e mezza).
Se invece è indispensabile indicare l'orario utilizzando i numeri sappiate che per dividere le ore dai minuti è corretto usare indifferentemente virgola, due punti o punto (forme tutte corrette: “alle 15:05”, “dopo le 18.08”, “sono le 20,35”).
E per i numeri romani?
In un contesto discorsivo non vanno usati se non per i nomi di papi e re (es.: Pio IX o Enrico VII) e se volete per indicare i secoli (es. XX secolo o il secolo XX).
In tutti gli altri casi è meglio evitarli, quindi non scrivete “Luca è arrivato II” ma “Luca è arrivato secondo”.
Andare a capo
Ormai più nessuno spezza le parole per andare a capo: si cerca di formattare il testo e regolare la spaziatura in modo da evitare come la peste questa pratica, ma, se fosse assolutamente necessario, come bisogna regolarsi?
Sapendo dove poter spezzare la parola, si scriverà al termine della riga la prima parte della parola stessa immediatamente seguita da un trattino e poi, a capo, il resto della parola.
Il problema fondamentale riguarda però il punto in cui si può spezzare una parola; ecco quindi alcune regole da seguire:
- Non si va mai a capo con una vocale, quindi fia-la e non fi-ala.
- Dividere sempre le doppie, quindi af-fit-to e non a-ffi-tto.
- Non dividere mai i gruppi di consonanti formati da bl, cl, fl, gl, pl, tl e vl o da br, cr, fr, gr, pr, tr e vr, quindi li-bro e non lib-ro.
- Non dividere mai i gruppi formati da s + consonante, quindi pe-sce e non pes-ce.
- Dividere fra la prima e la seconda consonante nei gruppi di più di due quindi fil-tro e non fi-ltro o filt-ro.
Errori ortografici e di battitura
Dopo aver messo ogni virgola al suo posto con precisione certosina ricordate anche di far fare un passaggio ad un correttore ortografico per eliminare brutti e a volte ridicoli errori di battitura.